Foto di Stefano Spangaro - Cral Voltois

Foto di Stefano Spangaro - Cral Voltois
Vita genuina di montagna ... Voltois UD

giovedì 26 novembre 2009

Ossibuchi di tacchino con scalogni e piselli

Tacchino !
I miei arricciano il naso, non è che non piace … ma non li entusiasma proprio, va da sé che ho visto questi bellissimi ossibuchi e mi sono lasciata prendere dalla voglia di cucinarli.
Poi ho aggiunto un posto a tavola, è arrivato al volo mio nipote … e vuoi dirgli di no ???
La zia Rosetta si è fatta due uova al tegamino …
Gli scalogni di accompagnamento erano pochi e così ho aggiunto una scatolina di piselli … tutti felici e contenti come Babbo Natale …………
OSSIBUCHI di TACCHINO con SCALOGNI e PISELLI

3 ossibuchi
1 foglia di alloro
5 bacche di ginepro
5 spicchi di aglio (che ho schiacciato quando eracotto)
½ bicchiere di birra
olio e burro q.b.
sale q.b.

2 sacchetti di scalogno
1 scatola piccola di piselli bonduelle
1 cucchiaio di triplo concentrato Mutti
2 cucchiaini di panna da cucina

Sciogliere il burro nell’olio in un tegame, unire gli ossibuchi con la foglia di alloro, le bacche di ginepro e gli spicchi di aglio. Dopo un poco salare.
Chiudere con il coperchio e cuocere piano piano aggiungendo la birra di tanto in tanto.
Cuocere una mezz’oretta, se sono cotti togliere gli ossibuchi, metterli in un piatto e tenerli a parte.
Versare nello stesso tegame gli scalogni, rosolarli un poco e poi versare il concentrato di pomodoro diluito in ½ bicchiere di acqua calda e la panna.
Mescolare , aggiustare di sale e portare a cottura.
Cinque minuti prima di spegnere, aggiungere i piselli scolati dalla loro acqua di governo.
Lasciare insaporire e servire.

*** Gli ossibuchi sono stati serviti con polenta bianca.


mercoledì 25 novembre 2009

Stinco pressato

Mamma che buono !

… e che avete capito … stinco pressato perché l’ho fatto nella pentola a pressione :-))

Abbiate pazienza, questo l’ho fatto quest’estate con 28° di caldo, in montagna (caldo eccezionale) ma la polenta mi piace un sacco e quindi la faccio ogni volta che mi gira il chiribizzo.
Per evitare ulteriore eccesso di caldo, ho fatto lo stinco nella pentola a pressione … da piangere tanto era buono, saporito e tenero!
Gli Orsi erano concordi … la polenta ci voleva proprio.

Oggi sarebbe stato un piatto divino ... fuori il tempo è uggioso e bigio, in casa sono infagottata perchè non fa molto caldo e con un piatto così rinascerei ... in un sol boccone !!!

STINCO PRESSATO
per 3 porzioni

1 stinco grande di maiale (3 porzioni ci vengono)
3 scalogni
5 spicchi di aglio (da togliere a piacere
1 pezzetto di sedano intero
1 carotina intera
vino Tocai ora la denominazione è Friulano
5 bacche di ginepro
olio e burro (generose porzioni)
sale e pepe q.b.

Non ho molto la mano per le rosolature e perciò la maggior parte delle volte preferisco mettere in pentola tutto a freddo.
Sciogliere nella pentola il burro con l’olio, sistemare lo stinco (rimane leggermente in piedi), e guarnirlo con gli scalogni, gli spicchi di aglio, le bacche di ginepro, il sedano e la carota interi.
Coprire abbondantemente con il vino Tocai, chiudere con il coperchio, accendere il fuoco e, dal fischio della valvola del coperchio della pentola a pressione, cuocere per un’ora.
Spegnere il fuoco, sfiatare la valvola e aprire il coperchio.
Di liquido ce ne sarà ancora, salare pepare e continuare la cottura ancora per un 1 ora e 1/2 circa, ( questa volta con il coperchio normale.)
Controllare il sughetto, se dovesse restringersi troppo, aggiungere qualche goccio di acqua bollente-

*** generose porzioni di olio e burro, perché quello che rimane lo utilizzo per condire una pasta veloce oppure per cuocere le patate che in questo modo risultano molto gustose.

*** pentola a pressione alta da 7 lt

Trippa di casa

Trippa trippa trippa ! che buona …
Lo so non a tutti piace però un tempo questo era uno dei cibi che arrivavano spesso sulla tavola, costava poco, era profumata e soprattutto nelle sere d’inverno ti riscaldava che era una meraviglia.Ora la faccio poche volte, l’unico che la mangia qui in casa è mio marito ma che sia poche volte all’anno, mamma gradisce e Orsino non ne vuole sapere … e pensare che quando era piccolo la mangiava volentieri, poi con l’età si è lasciato influenzare dai giudizi dei compagni di scuola e la trippa non l’ha voluta più.

TRIPPA di CASA

per 3 porzioni

800 g trippa precotta
3 scalogni
5 spicchi di aglio
2 gambe di sedano
2 carote
1 patata
1 scatola di fagioli bianchi di spagna
5 chiodi di garofano
1 cucchiaio di triplo concentrato di pomodoro Mutti
1 dado per brodo Star
olio
sale e pepe q.b.

Mettere a freddo in una pentola l’olio con la trippa e rosolare per bene.
Unire lo scalogno tritato grossolanamente, gli spicchi di aglio interi, le carote e la patata sbucciate lavate e tagliate a pezzetti, la gamba di sedano tagliata a rondelle e i chiodi di garofano e rosolare ancora un attimo.
Coprire abbondantemente con brodo di dado, portare ad abollizione e abbassare la fiamma.
Cuocere 1 ora, aggiungere il concentrato sciolto in un bicchiere di brodo caldo, aggiustare di sale e cuocere ancora per 1 ora.
A questo punto aggiungere i fagioli e il pepe e lasciare insaporire ancora per ½ ora
(cottura totale 2 ore e ½)
Servire molto caldo.

*** purtroppo questa volta l’ho presa già tagliata altrimenti prendo il foiolo e la beretta e me la taglio come preferisco.

*** l’aglio lo potete schiacciare (una volta bollito con la trippa è insapore), oppure lo potete togliere a fine cottura.

*** Qualche informazione non guasta vero ???
La trippa è una frattaglia costituita dalla parte di apparato digerente del bovino compresa fra esofago e stomaco; dopo la macellazione viene sottoposta a pulizia e bollitura. È composta da rumine (la parte a forma di sacco più grande, detta anche trippa, croce, crocetta, pancia, trippa liscia o busecca), omaso (formato da lamelle, detto anche centopelli o foiolo) e reticolo (o cuffia, un piccolo sacco con aspetto spugnoso, detta anche cuffia, nido d'ape, bonetto o beretta). La trippa è un alimento consumato da lungo tempo: i greci la cucinavano sulla brace, mentre i romani la utilizzavano per preparare salsicce. Oggi è facilmente reperibile in commercio; la si trova già pulita e anche lessata.
È preferibile conservarla in frigorifero immersa in acqua, affinché non ingiallisca. Le ricette per la preparazione della trippa sono moltissime, diverse da una città all'altra. È un piatto economico e molto nutriente, dal momento che ha un contenuto molto elevato di proteine e basso in grassi.
www.albanesi.it/alimentazione/cibi/trippa.htm

lunedì 23 novembre 2009

Mafforso

Nonna Losetta ……….
Sì Topolino, a Natale nonna ti farà l’Orso con la neve …
Prova fatta, foto inviate e Martino è felicissimo perché a Natale la nonna gli farà l’orso come vuole lui.
La formina in silicone era in offerta alla Lidl il mese scorso e meno male che l’ho presa, così non mi devo arrabattare adesso per cercarla.
Questo è un tipico impasto da muffins, al piccolo piacciono le arance altrimenti metterò la banana o altro.

MAFFORSO

In una terrina – (solidi)
70 g zucchero di canna
1 pizzico di sale
100 g farina di riso
50 g cacao amaro
½ cucchiaino di bicarbonato (anche meno)

In un’altra terrina – (liquidi)
50 g burro sciolto
1 uovo grande
100 g latte
1 arancia navelina (75 g circa) (tritata con tutta la buccia)

Nella terrina dei liquidi mescolare l’arancia tritata fine con il robot compresa la buccia.
Aggiungere a poco a poco i solidi amalgamati insieme e mescolare il tutto.
Infornare a forno caldo 190° per 25/30 minuti (prova stecchino)

*** L’effetto neve mi è venuto bene … solo che il dolce era caldo e lo zucchero a velo è stato assorbito, ho fatto appena in tempo a fotografarlo


domenica 22 novembre 2009

Torta degli avanzi

… ride il telefonooo !
Maria, Matteo viene in montagna per qualche giorno per dei rilievi, volevo mandarti un pensierino però così all’ultimo momento non so cosa farti …
Fammi una torta di quelle che sai fare tu …
Ma non ho tutti gli ingredienti …
Ma metti tutti gli avanzi, così ti svuoti gli armadietti …
:-))) questo il discorsetto telefonico

Ed ecco cosa è saltato fuori dai tanti rimasugli che ho raccolto qua e la ... mele comprese


TORTA degli AVANZI

100 g farina di mandorle
150 g farina 0
100 g. farina di riso
75 g burro
100 g zucchero di canna
1 uovo
1 bustina di lievito
1 bustina di vanillina
1 bicchiere scarso di latte
1 pizzico di sale

Scorza di 1 limone
Succo di ½ limone
2 mele annurca grandi
1 mela golden grande
1 mela stark grande
in tutto le mele erano 1 kg

Lavare con acqua e bicarbonato le mele e il limone.
Nel robot tritare la buccia di 1 limone, il succo di ½ limone con le mele senza torsolo ma con la loro buccia. Versarle in una terrina e tenerle a parte.
Nella ciotola del ken lavorare lo zucchero con il burro, aggiungere l’uovo, il sale, e infine le farine con il lievito.
Mescolare e aggiungere il latte. Alla fine deve risultare un impasto di frolla molto morbida.
Stendere con la spatola il composto in una teglia da pizza foderata con carta forno, sopra e possibilmente al centro, versare le mele tritate.
Infornare a 180° (forno caldo), per 40/45 minuti circa … prova stecchino



Bavette al pesto al forno

Anche questa bella e buona tegliona di pasta al forno è volata al fresco delle montagne carniche.
Niente pesi, il pesto è quello che ho fatto io in estate e con dentro un pizzico di peperoncino rosso e ognuno ha un modo suo diverso per prepararlo.
La bechamella l’ho preparata con 1 lt di latte e la farina di riso, (i miei dicono che la bechamella preparata con la farina di riso, è più digeribile di quella fatta con farina normale.Le bavette sono quelle della Garofalo … belle polpose.

BAVETTE al PESTO al forno

Per 1 teglia

½ kg di bavette
Sale q.b.

bechamella:
1 lt di latte
burro
farina di riso

pesto:
basilico
formaggio montasio grattugiato
formaggio pecorino grattugiato
pinoli
1 peperoncino rosso piccante secco
sale e pepe q.b.
olio

formaggio montasio grattugiato

Cuocere la pasta in abbondante acqua salata.
Intanto preparare la bechamella con il burro, la farina di riso e il latte.
Appena prende una buona consistenza, versarci dentro 1 vasetto di pesto già pronto (mio) e diluirlo con la bechamella.
Scolare la pasta quasi cotta a puntino, versarla in una terrina che contenga tutto, condirla con tutta la bechamella vestita di pesto, mescolare molto bene e trasferire tutto in una teglia da forno.
Spolverare generosamente con formaggio montasio grattugiato e infornare finchè la superficie è ben gratinata.

*** ecco la pasta col pesto al forno pronta per il viaggio

teglia ancora da infornare.

Torta arance e cacao

Non guardatela troppo, ha già preso il volo per il Friuli, così com’è dentro al suo contenitore.
Orsino è partito e mamma gli ha dato le provviste da dividere con lo zio (purtroppo rimasto solo soletto) … vedrete ancora qualche cosina, ma tutto è partito a razzo.
Non so come farà Matteo a guidare e resistere senza intaccarla durante il viaggio, questa torta ha lasciato in casa un profumo di arance e cioccolato celestiale…

TORTA ARANCE e CACAO

350 g farina 0
60 g cacao amaro
650 g arance navelina a buccia sottile (purtroppo erano un po’ asciutte)
220 g zucchero di canna
150 g burro a temperatura ambiente
4 uova
½ bicchiere di latte
1 bustina di cremor tartaro
1 pizzico di sale

Nel contenitore del Ken, lavorare con il gancio a farfalla lo zucchero con il burro, appena si è ammorbidito, togliere il gancio a farfalla e sostituirlo con quello a gomitolo, aggiungere le uova, il sale e lavorare per amalgamare bene.
Versare la farina con il cacao e il lievito setacciati e continuare a lavorare l’impasto.
Unire le arance intere con la buccia, tritate con il robot 1 ½ bicchiere di latte.
Mescolare di nuovo, versare il composto nella tortiera a cerniera Ø 26 foderata con carta forno e infornare a 200° (caldo) per 40 minuti circa … prova stecchino.

*** ho aggiunto ½ bicchiere di latte, perché le arance erano troppo asciutte e l’impasto deve risultare morbido. (anche un bicchiere non ci stava male, il composto era un poco asciuttino prima della cottura ).