Foto di Stefano Spangaro - Cral Voltois

Foto di Stefano Spangaro - Cral Voltois
Vita genuina di montagna ... Voltois UD

sabato 6 luglio 2013

Goulasch ungherese di Libera

Anche se la temperatura non è ideale (28°) , ma la polenta ti arriva dall'amica saurana il sabato canonico, ti adatti a preparare qualche cosa di buono.
E finalmente sono riuscita a trovare le guance di vitellone e a preparare un ottimo Goulasch ungherese ... quello di Libera del Blog Accantoalcamino's.
Ragazzi, ora faccio fatica ad alzarmi dalla sedia, buono, buono buono.
L'autore della ricetta consiglia di accompagnare questo piatto con un buon pane alle patate alla moda ungherese, ma sinceramente non mi andava di accendere il forno ... e poi la polenta è arrivata senza faticare sui fornelli ^____^
Grazie Libera, la ricetta che mi hai passato è ottima e la riporto volentieri senza alcuna correzione.


GOULASCH UNGHERESE 
di Libera-Accantoalcamino's
per 4 porzioni

750 g di guance di vitellone
300 g cipolle bianche
3 spicchi di aglio
400 g passata di pomodoro Mutti
paprika dolce
1 cucchiaino di patè di peperoncino, non avevo peperoncino decente
cumino abbondante
1 bicchiere di Franconia del Friuli
olio
sale e pepe
4 patate a pezzi
1 peperone rosso
farina q.b.
brodo vegetale molto caldo se occorre

Rosolare cipolla e aglio affettati sottilmente nell'olio ex.v. e un pizzicotto di sale grosso per non bruciacchiare la cipolla.
Aggiungere la carne a bocconcini e quando è anch'essa ben rosolata, aggiungere prima un cucchiaio di farina (spolverare uniformemente per non fare grumi) e dopo aver mescolato aggiungere 1 bicchiere di vino rosso.
Unire la passata di pomodoro e abbassare il fuoco, aggiungere cumino, sale e paprika e patè di peperoncino, mescolare cuocere per 45 minuti circa.
Mescolare spesso, la farina tende a far attaccare il sughetto e se occorre, aggiungere brodo vegetale per continuare la cottura.
A metà cottura aggiungere le patate e i peperoni tagliati a tocchetti.
A fine cottura lasciare rapprendere il sughetto, aggiustare di sale e pepe e servire molto caldo.
Gli ungheresi preparano un pane alle patate, ma visto il caldo, mi sono accontentata della polenta di Adriana la Saurana (nativa di Sauris).


Mamma mia, aspetto la frescura serale per camminare e smaltire stò ben di Dio !


Guardate, non è una meraviglia ???


Favoloso, da rifare

venerdì 5 luglio 2013

Il gjal e la gjalina di dimpéz - il gallo e la gallina di Ampezzo

Ciao ragazzi, non ho abbandonato il mio blog, sono solo caduta davanti all'ambulatorio (dove uno scalino vergognoso non si vede) (e dove cadono in tanti), e mi sono incrinata una costoletta ... quindi voglia di stare seduta poca, volontà di concentrarmi anche meno, fa male male male ^___^
Ma prima di parlarvi di ricette, vi parlo di un paio di cosette del mio paese, che mi preme farvi conoscere.
Ricordate il mio dilemma su Via Poscjasis, Via Puschiasis, Via Poschiasis che vi avevo riportato a questo link ?
http://ilfogolar.blogspot.it/2013/01/dilemma-via-poscjasis-o-via.html#links
Pare che sia uno svarione nelle trascrizioni e quindi ce le teniamo così come sono, senza se e senza ma.

Ora però voglio parlarvi del vessillo di Ampezzo, un pò l'emblema del paese, che ha accompagnato generazioni e che mi ha incuriosito fin da quando ho scoperto questa riproduzione su pietra, ben protetta e incastonata su un angolo della Piazza principale.

Queste piastrelle scolpite su pietra, sono state immurate chissà quando, sull'angolo di una casa della Piazza principale ... il gallo rivolto verso la Piazza, la gallina rivolta verso la Via Nazionale

Il vessillo o simbolo del gallo (o chiamatelo come preferite), si trova su tanti tetti come parafulmine oppure semplicemente appeso su qualche portone forse in segno scaramantico o forse come "scaccia esattori" ^___^
Questa è la storia scritta in sonetto e ve la trascrivo pari pari come è scritta nel libro di Mario Toller "Uomini e Cose di Ampezzo" (arti grafiche friulane di Udine - vecchia edizione ormai introvabile del 1961)

E' un sonetto che tradisce la sua origine dotta; purtroppo l'autore è ignoto. La poesia richiama i tanti screzi che ci sono stati tra Ampezzo e Forni di Sotto o per la delimitazione di confini o per la manutenzione della strada ora nazionale o per il possesso della malga Montovo. Anche questi versi furono pubblicati e in  "Ricordo di Ampezzo" nell'anno 1906 e in "All'ombra del Tinizza" nell'anno 1955.

IL GJAL E LA GJALINA DI DIMPÉZ
Quant che da Fors vegnì il fatôr dal cont
A domandà a Dimpéz na sai ce tassa
Il popul levà su dut in massaùe
e al disé un nò, grant como una monta.

Ma chel Fornéz, ucel vêr di rapina,
al cjapà tanta fota cul paîs
ch’al minacià:  “ culì dentri trê dîs
na cjantarà mai pì gìal né gjalina “.

Ma Dimpéz par rispuesta fasè fâ
Un gjal e una gjalina su la piera
E tal miez da la placia l’immurà.

E chês besteutis son incjimò là
E: “quant – a cjantin da matina a sera –
Chel biadin nus vegnial a copà “

Io provo a tradurvi in italiano il sonetto, ma sappiate che forse qualche parola o frase è un pò maccheronica ... (vi ricordo che mio marito è friulano, io sono nata in mezzo alle risaie della Lomellina-trapiantata a MI da bimba). La buona volontà e l'amore che ho per questo paese, mi hanno spinto sin dall'inizio ad immedesimarmi negli usi e costumi locali ... se poi mi è molto facile capire e carpire diversi dialetti ... i giochi sono fatti.

Quando da Forni di Sotto viene il fattore del Conte
a domandare ad Ampezzo non so che tassa,
il popolo si è levato tutto quanto in massa
e disse un nò grande come una montagna.
Ma quel Fornéz (esattore) uccello vero di rapina,
ha preso tanta paura con il paese
che ha minacciato: "qui entro tre giorni
non canterà mai più ne gallo nè gallina".
- Ma Ampezzo per risposta fece fare
un gallo e una gallina su pietra 
e in mezzo alla piazza l'ha immurato.
- E queste bestiole sono ancora lì
e: "quando cantano da mattina a sera, quel
poverino non viene di certo ad ammazzarle"

Siete però pregati di scrivermi se ci sono svarioni importanti, quando le critiche sono costruttive sono sempre ben gradite.

 Gallo e gallina immurati sull'angolo di una casa che si affaccia sulla Piazza centrale, il gallo rivolto verso la Piazza e la gallina rivolta verso la Via Nazionale.



 Non chiedetemi perchè c'è un buco nel sottocoda della gallina ... a mio avviso (e qui non ho informazioni), può essere che il buco rappresenti la collocazione dell'uovo che la galina andrà a fare, oppure magari c'era un uovo scolpito in rilievo e qualc'uno se l'è mangiato ^_____^