Rigorosamente ci vorrebbero le patate ma in casa non ne ho neppure 1 pezzettino.
Rigorosamente ci vorrebbe il vino bianco, ma non me la sentivo di fare 3 piani più quelli della cantina per prendere il vino, quindi ho messo un pò di aceto che coi fagioli ci sta benissimo.
Ho già beccato Orsino a pucciare un pezzettone di pane ed è uscito dalla cucina con un sorrisone ... poi l'ho visto parlottare con Orso padre e ridacchiavano alle mie spalle.
So già che la cena sarà molto gradita.
Del resto la carne l'avevo già tolta dal freezer ancora stamane
CALANDRACA o spezzatini marinari di Trieste
La calandraca, piatto tipico triestino, è stata “inventata” dai marinai che utilizzavano gli avanzi della carne salata che si portava a bordo come provvista. È in pratica una sorta di gulasch fatto con il lesso. Alcuni sostengono che il nome derivi da “calandra”, un naviglio medievale, altri da “cilindrata” ovvero carne seccata e messa sotto peso.
La calandraca è un piatto tipico della cucina marinara triestina che consiste in uno spezzatino di carne lessa con patate, condito con salsa di pomodoro.
Ha origini molto antiche, veniva preparata dai marinai che usavano principalmente le carni salate di montone o di castrato, uniche provviste non deperibili a bordo di una nave, preventivamente sottoposte agli stessi trattamenti del baccalà; da qui deriverebbe il suo nome, infatti il mangano usato nelle antiche navi da carico greche per ammorbidire la carne di montone induritasi nel tragitto dalla Grecia al Porto di Trieste, in latino si chiamava cialandrum.Oggi la calandraca è un piatto che viene preparato generalmente per "riciclare" il lesso avanzato e la sua ricetta è molto diversa dalla sua antica antenata, poiché pomodori e patate sono disponibili da tempi relativamente recenti.Oltre alla versione originale, esistono delle varianti che prevedono ad esempio l'aggiunta di un bicchiere di vino bianco (calandraca co'l vin) oppure l'omissione completa della conserva di pomodoro (calandraca in bianco).
Ricetta
Ingredienti per 4 persone
640 g vitellone (avevo i bocconcini già tagliati)
( (o manzo o castrato, tagli di terza qualità
8 cucchiai olio ex v di oliva
1 cipolla
1 carota
1 costa di sedano
20 g di farina 00
200 g passata di pomodoro Mutti
acqua 1 bicchiere con mzzo dito di aceto
3 chiodi di garofano
3 scatolette di borlotti Bonduell da 200 g
Sistemate la carne in una pentola, aggiungete 1⁄2 litro di acqua fredda, 1 cucchiaino di sale grosso e fate sobbollire per 1 ora e mezza. Tagliate quindi la carne a pezzi e conservate a parte il brodo.
Tritate le verdure e disponetele in una casseruola capiente con l’olio e fate soffriggere e insaporire per 8 minuti.
Infarinate la carne, versatela nella casseruola, mescolate e dopo circa 10 minuti aggiungete il ( vino bianco purtroppo dovevo farmi tre piani di scale più quelle della cantina e ho rimediato con acqua e aceto che coi fagioli ci sta bene).
Dopo qualche minuto unite la salsa di pomodoro e mescolate.
Versate il brodo conservato sino a coprire la carne.
Insaporite con i chiodi di garofano e un pizzico di pepe e lasciate sobbollire per 1⁄2 ora a recipiente semicoperto.
Sbucciate le patate, tagliatele a cubetti e unitele alla carne insieme al brodo rimasto.
Fate cuocere ancora il tutto per circa 1⁄2 ora sempre a fuoco moderato e servite.
Cottura 180 minuti (dipende dalla carne)
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