“Mandi, è il saluto friulano che equivale a ciao. Il significato si perde nella notte dei tempi e vorrebbe dire “nelle mani di Dio” ;ma forse è di origine precristiana, con la frase “nelle mani degli dei”. Nella lingua latina mandi vorrebbe dire: “La mano di Dio ti protegga” (“Manus Dei”) o, anche “Conservati a lungo!” (“Mane diu”) ed ancora dal latino “mane-diu” Vai nelle mani di Dio.” “che tu rimanga a lungo (su questa terra) ”. Mandi a dûc
Foto di Stefano Spangaro - Cral Voltois
sabato 21 gennaio 2012
Kipferli di zucca
Gnocchi di zucca col sugo di salsiccia
Polenta pasticciata al camembert de caractèr
POLENTA PASTICCIATA al CAMEMBERT de CARACTER
per 1 porzione
150 g polenta avanzata
60 g formaggio camembert (avevo il camembert de caractér) quello nel contenitore di legno
sugo pomodoro peperoncino della Mutti (ne avevo giusto 2 cucchiaiate.
In una ciotola appoggiare la polenta affettata, coprirla con fettine di camembert e distribuire sopra il sugo (mai lasciare invecchiare i rimasugli).
Infornare nel MO a 850 W per 5 minuti e servire caldo.
Polenta pasticciata all'amatriciana al MO
venerdì 20 gennaio 2012
Galaverna
GALAVERNA - FENOMENO LEGATO alla NEBBIA
In questi giorni sui giornali impazzava tanto il termine “neve chimica” … e quando mai.
Fin dalla notte dei tempi la galaverna si è spesso presentata puntuale per un fenomeno ben definito.
L’ etimologia del termine è per metà germanico/longobardo e per metà latino e proviene dalla nebbia (“cala” di “calìgo”) che si congela (“hibernus”).
E’ un fenomeno spettacolare meteorologico, che si appalesa in inverno.
E il fascino della galaverna, tecnicamente è dovuto ad una precipitazione determinata dalla nebbia ghiacciata.
Di solito, la nebbia provoca pioggerelline simili ad “aerosol”; quando le temperature scendono al di sotto dello zero, queste pioggerelline che sono composte da piccoli aghetti di ghiaccio, si posano soprattutto sull’erba, sugli alberi, nelle campagne, sviluppando l’effetto della neve.
Fenomeno saltuario, soprattutto nella pianura Padana. E’ molto frequente in montagna sia sulle Alpi che su tutto l’Appennino dove capita che la nebbia lasci questo strato di ghiaccio bianco posato sulla vegetazione.
Le piccolissime goccioline di vapore sospeso in aria, che accompagnano ogni fenomeno di nebbia, quando le temperature sono sottozero si congelano, rendendo ancor più suggestivo il paesaggio che ci circonda.
Il fenomeno, è uno tra i più emozionanti, capita di andare in montagna e insieme ai cumuli di neve, con gli alberi spogli dalle foglie, ma vestiti da un manto bianco tipico della galaverna, rende il paesaggio fatato e incantevole.
Se il fenomeno si presenta con vento forte, capita di avere cumuli di ghiaccio per diversi centimetri non solo nelle campagne e sugli arbusti, ma anche sui pali della luce e sui ripetitori.
Dipende sempre dalle condizioni atmosferiche che accompagnano la nebbia.
Solitamente la galaverna si posa sui fili d’erba più alti, sui rami più esterni degli alberi, ma anche sui fili stesi ed alle linee aeree dell’alta tensione, sulle rocce sporgenti, sulle croci di vetta, arriva addirittura a posarsi sulla barba, sui capelli e sulle sopracciglia degli uomini che si trovano di passaggio in mezzo a questa fredda nebbia.
La comparsa della galaverna nelle zone di pianura è solitamente indice di tempo stabile, anticiclonico, con temperature basse e assenza di nubi.
*** A proposito di galaverna, ricordo quando ero ancora bambina e abitavo in mezzo alle risaie, che queste sembravano vere steppe russe con solchi coperti da ghiaccio sul quale noi bimbi ci divertivamo a scivolare.
Ricordo il nonno che tornava dal paese (abitavamo un poco in fuori) con la sua “bareta de lana” e il “tabarro a ruota” ben avvoltolato attorno al corpo, ma quando si avvicinava, i suoi baffi e le sue sopraciglia erano proprio ricoperti di galaverna a volte formavano persino dei ghiaccioli.