Non sono ancora sicura di potermela godere tutta da sola pezzettino per pezzettino al mattino a colazione.
Oggi avevo la ricetta di Aurora http://auroraeadriano.blogspot.com/2011/05/torta-al-caffe.html e una vecchia ricetta mia pubblicata in CI anni jurassici fa.
La prima richiedeva caffè espresso (che qui bevo solo io), e gli albumi montati a neve ( io con gli albumi a neve ci litigo sempre) e spesso si smonta la torta.
Nell’altra ci voleva l’orzo … ma perché quando guardo qualche cosa ce li ho sempre alle spalle ?
Già … erano al computer qui vicino e guardavano quello che facevo io … stavo selezionando la ricetta per una torta da preparare per la colazione del mattino e sento …
Ma dai, al caffè caffè mica va bene con il tè, però se ci fosse l’orzo …
Valà, speriamo che metta poco zucchero e poco condimento come ha imparato a fare le torte ultimamente.
Sì sì, è diventata bravina … l’ultima con i mirtilli rossi era divina.
^___^ risata dei due … si è lamentata che l’abiamo fatta fuori subito …
^___^ ma quando le fa bene è inutile lasciarle lì
^___^ dai mamma, mettici tanto orzo solubile che con il latte ci va a nozze ! :- ))))))))))
TORTA CAFFETTOSA
Contenitore per plum cake
250 g farina 00
80 g zucchero
200 g latte
80 g burro (compreso quello che serve per ungere la teglia)
2 uova
5 cucchiai colmi orzo solubile
1 bustina di lievito per dolci
1 cucchiaino estratto di vaniglia Burbon (l’ho acquistato al Natura SI)
1 pizzico di sale
pane grattugiato
Mettere il burro in una ciotolina e scioglierlo al MO per 30 secondi circa, alla massima potenza 850 W.
Con un pennello spennellare la teglia da cake e spolverarla con il pane grattugiato.
Nella ciotola del ken, ho inserito uova e zucchero e li ho montati leggermente.
Ho aggiunto il latte con il burro sciolto e ancora ho sbattuto leggermente.
Aggiungere l’orzo solubile e la vaniglia con il sale e mescolare ancora per sciogliere l’orzo.
Infine aggiungere la farina e il lievito.
Amalgamare bene e versare il composto nella tortiera.
Cuocere nel forno preriscaldato a 180° per 40 minuti circa.
*** una spolverata di zucchero a velo ci starebbe bene, ma gli Orsi non gradiscono molto.
“Mandi, è il saluto friulano che equivale a ciao. Il significato si perde nella notte dei tempi e vorrebbe dire “nelle mani di Dio” ;ma forse è di origine precristiana, con la frase “nelle mani degli dei”. Nella lingua latina mandi vorrebbe dire: “La mano di Dio ti protegga” (“Manus Dei”) o, anche “Conservati a lungo!” (“Mane diu”) ed ancora dal latino “mane-diu” Vai nelle mani di Dio.” “che tu rimanga a lungo (su questa terra) ”. Mandi a dûc
Foto di Stefano Spangaro - Cral Voltois
sabato 4 giugno 2011
Muffins golosi
Non faccio mai i muffins però domenica è venuto il nipote Pierluigi a trovarmi e ho deciso di cucinare qualche cosa di diveso … ed ecco quello che sono riuscita a combinare.
Buoni erano buoni, ne sono rimasti 3 … della serie … vero zia che me li porto a casa ?
E Orsino: allora vieni più spesso perché non me li fa mai e pensavo di avere la cena ^____^.
Dai, non è difficile farli, bisogna farci la mano.
MUFFINS GOLOSI
per 11 muffins
125 g di farina
½ bustina di lievito per pizza
2 cucchiaioni di formaggio Montasio grattugiato
1 manciata di origano
1 uovo ( non ricordo se ne ho messi uno o due)
100 g di ricotta
1 cucchiaino di sale
40 ml di olio di riso
100 g formaggio Tilsit tagliato a pezzettini
pepe nero macinato al momento
pomodorini datterini
In una terrrina capiente mescolare gli ingredienti liquidi: l’uovo, la ricotta, il sale, l’olio e il pepe.
In un altro contenitore mescolare gli ingredienti solidi: la farina, il lievito, il formaggio grattugiato, l’origano.
Versare gli ingredienti solidi nei liquidi, aggiungere il tilsit tagliato a pezzettini e mescolare. (non serve mescolare molto).
Preriscaldare il forno a 180°.
Versare il composto nei pirottini, mettere in cima un pomodorino datterino inciso leggermente e infornare per 30 minuti.
Servire tiepidi o freddi
Buoni erano buoni, ne sono rimasti 3 … della serie … vero zia che me li porto a casa ?
E Orsino: allora vieni più spesso perché non me li fa mai e pensavo di avere la cena ^____^.
Dai, non è difficile farli, bisogna farci la mano.
MUFFINS GOLOSI
per 11 muffins
125 g di farina
½ bustina di lievito per pizza
2 cucchiaioni di formaggio Montasio grattugiato
1 manciata di origano
1 uovo ( non ricordo se ne ho messi uno o due)
100 g di ricotta
1 cucchiaino di sale
40 ml di olio di riso
100 g formaggio Tilsit tagliato a pezzettini
pepe nero macinato al momento
pomodorini datterini
In una terrrina capiente mescolare gli ingredienti liquidi: l’uovo, la ricotta, il sale, l’olio e il pepe.
In un altro contenitore mescolare gli ingredienti solidi: la farina, il lievito, il formaggio grattugiato, l’origano.
Versare gli ingredienti solidi nei liquidi, aggiungere il tilsit tagliato a pezzettini e mescolare. (non serve mescolare molto).
Preriscaldare il forno a 180°.
Versare il composto nei pirottini, mettere in cima un pomodorino datterino inciso leggermente e infornare per 30 minuti.
Servire tiepidi o freddi
Cavolfiore o ...
CAVOLFIORE o …
Un po’ di fantasia ce l’ho anch’io, e quando ho visto questo bel cavolfiore, ho visto una faccina e ho pensato di fotografarlo alla Giovanni Rana.
Ho spedito le foto ai nipotini e come pensavo Martino mi ha telefonato subito.
… Nonnalosetta !!! ma quel cavolfiore ti assomiglia tanto !
Cuore di nonna, mi ha chiesto di fotografargli tutte le verdure strane, così ora, ogni volta che vado a far spesa, devo guardare le verdure la sagoma delle verdure.
Buon lavoro nonnalosetta ^___^
Un po’ di fantasia ce l’ho anch’io, e quando ho visto questo bel cavolfiore, ho visto una faccina e ho pensato di fotografarlo alla Giovanni Rana.
Ho spedito le foto ai nipotini e come pensavo Martino mi ha telefonato subito.
… Nonnalosetta !!! ma quel cavolfiore ti assomiglia tanto !
Cuore di nonna, mi ha chiesto di fotografargli tutte le verdure strane, così ora, ogni volta che vado a far spesa, devo guardare le verdure la sagoma delle verdure.
Buon lavoro nonnalosetta ^___^
Stacchetto
STACCHETTO
Sempre ricette, sempre ricette … dai l’ultima foto sotto è un campo di riso e quel puntino bianco è un airone bianco … era vicino, ho provato a mettergli il sale sula coda per fermarlo ^___^, ma è volato più in la.
Le altre foto riguardano una pianta grassa che ho sul balcone da 20 anni almeno.
Rimane appesa alla ringhiera estate e inverno e quando noi siamo in montagna, riceve acqua solo dalla pioggia naturale.
In questo periodo ci allieta con questi graziosissimi fiorellini rosa, è l’unica pianta che abbiamo sul balcone, anche perché non possiamo spostare vasi ogni volta che partiamo e quindi questa è la nostra pianta del sorriso.
Sempre ricette, sempre ricette … dai l’ultima foto sotto è un campo di riso e quel puntino bianco è un airone bianco … era vicino, ho provato a mettergli il sale sula coda per fermarlo ^___^, ma è volato più in la.
Le altre foto riguardano una pianta grassa che ho sul balcone da 20 anni almeno.
Rimane appesa alla ringhiera estate e inverno e quando noi siamo in montagna, riceve acqua solo dalla pioggia naturale.
In questo periodo ci allieta con questi graziosissimi fiorellini rosa, è l’unica pianta che abbiamo sul balcone, anche perché non possiamo spostare vasi ogni volta che partiamo e quindi questa è la nostra pianta del sorriso.
Gnocco fritto
Sabrina Delfanti è una carissima amica conosciuta in Cucinaitaliana, il suo è il primo gnocco fritto che ho assaggiato e da allora uso sempre questa ricetta, perché mi trovo bene.
Lo gnocco fritto, è un tipico prodotto alimentare il cui nome varia da un posto all’altro.
In gran parte della provincia di Bologna viene chiamato crescentina, nella provincia di Parma torta fritta e nella provincia di Ferrara il suo nome è pinzino.
Si tratta di un impasto di farina di frumento, sale, strutto e lievito che, dopo la lievitazione, viene tirato a mattarello e ridotto in una sfoglia sottile (alta pochi millimetri), tagliata in rombi che vengono fritti secondo la tradizione in abbondante strutto bollente.
La pasta viene fritta (normalmente circa un minuto per lato), in cottura si gonfia formando una "pancia".
GNOCCO FRITTO di Sabina Delfanti
per 4-6 persone
gr. 250 di farina bianca
gr. 15 di lievito di birra
gr. 30 di strutto o olio
un cucchiaio colmo di sale
un ottavo di litro d'acqua leggermente tiepida (12 cucchiai)
abbondante olio o strutto per friggere
Setacciare la farina e disporla sulla spianatoia, fare un incavo nel centro, mettetere il sale, lo strutto e il lievito sciolto nell'acqua.
Lavorare bene il tutto.
Lasciare lievitare questo impasto in luogo tiepido per un'oretta.
Stendere la pasta, col mattarello o con la macchinetta, in una sfoglia alta 3 mm. circa.
Tagliarla a rombi e friggerli nell'olio bollente, pochi per volta.
Sgocciolare gli "gnocchi" gonfi edorati e servirli caldissimi.
Preparazioni analoghe vengono chiamate, secondo le province, crescentine, chizze, chisulein, torta fritta.
Lo gnocco fritto si sposa bene con un ottimo tagliere di affettati e formaggi molli tipo squaquerone
Io ci vado a nozze ^___^
Le foto sono del web, purtroppo di mie non ne ho
Lo gnocco fritto, è un tipico prodotto alimentare il cui nome varia da un posto all’altro.
In gran parte della provincia di Bologna viene chiamato crescentina, nella provincia di Parma torta fritta e nella provincia di Ferrara il suo nome è pinzino.
Si tratta di un impasto di farina di frumento, sale, strutto e lievito che, dopo la lievitazione, viene tirato a mattarello e ridotto in una sfoglia sottile (alta pochi millimetri), tagliata in rombi che vengono fritti secondo la tradizione in abbondante strutto bollente.
La pasta viene fritta (normalmente circa un minuto per lato), in cottura si gonfia formando una "pancia".
GNOCCO FRITTO di Sabina Delfanti
per 4-6 persone
gr. 250 di farina bianca
gr. 15 di lievito di birra
gr. 30 di strutto o olio
un cucchiaio colmo di sale
un ottavo di litro d'acqua leggermente tiepida (12 cucchiai)
abbondante olio o strutto per friggere
Setacciare la farina e disporla sulla spianatoia, fare un incavo nel centro, mettetere il sale, lo strutto e il lievito sciolto nell'acqua.
Lavorare bene il tutto.
Lasciare lievitare questo impasto in luogo tiepido per un'oretta.
Stendere la pasta, col mattarello o con la macchinetta, in una sfoglia alta 3 mm. circa.
Tagliarla a rombi e friggerli nell'olio bollente, pochi per volta.
Sgocciolare gli "gnocchi" gonfi edorati e servirli caldissimi.
Preparazioni analoghe vengono chiamate, secondo le province, crescentine, chizze, chisulein, torta fritta.
Lo gnocco fritto si sposa bene con un ottimo tagliere di affettati e formaggi molli tipo squaquerone
Io ci vado a nozze ^___^
Le foto sono del web, purtroppo di mie non ne ho
giovedì 2 giugno 2011
Blecs al Tazzelenghe
Ricetta tipica friulana, si tratta di pasta fresca tirata in sfoglia e tagliata o meglio stracciata a pezzi irregolari.
Questa ricetta me l’ha insegnata mia suocera jurassici anni fa, è una delle prime ricette che ho pubblicato sul forum di Cucinait ed era stata inserita in un librino fatto proprio da CI.
Il top del condimento è con le guance di manzo o vitello o maiale, cotte a lungo con il vino Tazzelenghe.
Oppure con l’Ont (burro cotto cioè burro fuso che diventa nocciola) un tempo lo faceva anche mia suocera, acquistava 1 kg di burro in latteria, poi lo cuoceva in una pentola di terracotta (lo faceva diventare color nocciola).
Quando il liquido ormai nocciola era quasi freddo, lo travasava in un contenitore di ceramica che veniva riposto ben coperto al fresco nella dispensa.
Questo ont veniva usato per condire pasta, riso, per arricchire il gusto di una frittata o di una fettina di carne.
In fondo alla pentola rimaneva “la morchia” (residui della cottura del burro). Questa morchia era una leccornìa che veniva spalmata sulla polenta abbrustolita.
In Friuli si trova anche il formato di blacs - pasta secca
400 g pasta fresca tirata in sfoglia sottile, tagliata a pezzi disuguali (blecs)
per la pasta,
400 gr. di farina tipo 00,
3 uova,
olio extravergine d'oliva
Tirare la sfoglia e poi tagliare la pasta a pezzi irregolari
sugo al tazzelenghe
guanciale di manzo g 500
gambo di sedano
2 carote
una cipolla
farina
burro
ricotta affumicata
una bottiglia di Tazzelenghe
olio extravergine sale e pepe
Tagliare a mano o tritare a pezzettini il guanciale, infarinarlo e rosolarlo in un tegame, possibilmente di terracotta, in una noce di burro fuso (“ont”). Bagnare con due bicchieri di vino Tazzelenghe.
In un altro tegamino, rosolare nell’olio un trito di sedano, carote, cipolla.
Quando anche il guanciale è ben rosolato, aggiungervi le verdure.
Cucinare adagio per 3 ore circa, bagnando sempre con il Tazzelenghe, salare epepare.
C o m m e n t i • Il Tazzelenghe è un vino rosso corposo del Friuli. Il suo nome deriva dall’espressione dialettale “tazzalingua” (stringi-lingua), a causa della forte presenza di tannino.
Questa ricetta me l’ha insegnata mia suocera jurassici anni fa, è una delle prime ricette che ho pubblicato sul forum di Cucinait ed era stata inserita in un librino fatto proprio da CI.
Il top del condimento è con le guance di manzo o vitello o maiale, cotte a lungo con il vino Tazzelenghe.
Oppure con l’Ont (burro cotto cioè burro fuso che diventa nocciola) un tempo lo faceva anche mia suocera, acquistava 1 kg di burro in latteria, poi lo cuoceva in una pentola di terracotta (lo faceva diventare color nocciola).
Quando il liquido ormai nocciola era quasi freddo, lo travasava in un contenitore di ceramica che veniva riposto ben coperto al fresco nella dispensa.
Questo ont veniva usato per condire pasta, riso, per arricchire il gusto di una frittata o di una fettina di carne.
In fondo alla pentola rimaneva “la morchia” (residui della cottura del burro). Questa morchia era una leccornìa che veniva spalmata sulla polenta abbrustolita.
In Friuli si trova anche il formato di blacs - pasta secca
BLECS al TA Z Z E L E N G H E
per 4 persone
per 4 persone
400 g pasta fresca tirata in sfoglia sottile, tagliata a pezzi disuguali (blecs)
per la pasta,
400 gr. di farina tipo 00,
3 uova,
olio extravergine d'oliva
Tirare la sfoglia e poi tagliare la pasta a pezzi irregolari
sugo al tazzelenghe
guanciale di manzo g 500
gambo di sedano
2 carote
una cipolla
farina
burro
ricotta affumicata
una bottiglia di Tazzelenghe
olio extravergine sale e pepe
Tagliare a mano o tritare a pezzettini il guanciale, infarinarlo e rosolarlo in un tegame, possibilmente di terracotta, in una noce di burro fuso (“ont”). Bagnare con due bicchieri di vino Tazzelenghe.
In un altro tegamino, rosolare nell’olio un trito di sedano, carote, cipolla.
Quando anche il guanciale è ben rosolato, aggiungervi le verdure.
Cucinare adagio per 3 ore circa, bagnando sempre con il Tazzelenghe, salare epepare.
Cuocere i blecs, scolarli e insieme alla salsa di vino, farli saltare in una capace padella.
Spolverare con ricotta aff u m i c a t a grattugiata e servire.
Spolverare con ricotta aff u m i c a t a grattugiata e servire.
C o m m e n t i • Il Tazzelenghe è un vino rosso corposo del Friuli. Il suo nome deriva dall’espressione dialettale “tazzalingua” (stringi-lingua), a causa della forte presenza di tannino.
martedì 31 maggio 2011
Gulasch della nonna
Questa è una ricetta alla quale sono molto affezionata, peccato trovare raramente le guance, sono di un buono e di un tenero che si sciolgono in bocca.
La ricetta di questo gulasch la uso spesso per lo spezzatino normale, però preparata con il guanciale di manzo o di vitello è tutta un’altra cosa.
Gulasch della nonna … ma non la mia, una nonnetta di montagna avanti con gli anni che mi ha raccomandato di essere molto generosa nel dosare la paprika piccante, in ogni caso poi va a gusti
foto di repertorio del sito www.coquinaria.it
La ricetta di questo gulasch la uso spesso per lo spezzatino normale, però preparata con il guanciale di manzo o di vitello è tutta un’altra cosa.
Gulasch della nonna … ma non la mia, una nonnetta di montagna avanti con gli anni che mi ha raccomandato di essere molto generosa nel dosare la paprika piccante, in ogni caso poi va a gusti
foto di repertorio del sito www.coquinaria.it
GULASCH della NONNA
Per 4 porzioni
900 g di guanciale di manzo (o di vitello ma cambiano i tempi di cottura)
50 g burro
400 g di cipolla bianca affettata finemente
2 spicchi di aglio tritato
1 mazzetto garnì (timo, alloro, maggiorana, prezzemolo, rosmarino, salvia) o quello che vi piace.
Brodo di manzo q.b.
Sale
1 cucchiaio di farina
Paprika dolce e piccante
½ kg di passata di pomodoro
In un tegame da forno dai bordi alti, sciogliere il burro e appassire la cipolla per ¼ d’ora circa, mescolando spesso e finchè risulta ben tostata ma non bruciata.
Aggiungere la carne e rosolarla per 5 minuti.
Salare, e aggiungere la paprika.
Togliere dal fuoco, incorporare la farina mescolando accuratamente.
Rimettere sul fuoco e unire la passata di pomodoro.
Appena raggiunge il bollore, coprire la carne con il brodo.
Inserire il recipiente nel forno già caldo a 190° e cuocere per 2 ore o anche più.
Servire questo gustoso piatto con polenta gialla o bianca.
Per 4 porzioni
900 g di guanciale di manzo (o di vitello ma cambiano i tempi di cottura)
50 g burro
400 g di cipolla bianca affettata finemente
2 spicchi di aglio tritato
1 mazzetto garnì (timo, alloro, maggiorana, prezzemolo, rosmarino, salvia) o quello che vi piace.
Brodo di manzo q.b.
Sale
1 cucchiaio di farina
Paprika dolce e piccante
½ kg di passata di pomodoro
In un tegame da forno dai bordi alti, sciogliere il burro e appassire la cipolla per ¼ d’ora circa, mescolando spesso e finchè risulta ben tostata ma non bruciata.
Aggiungere la carne e rosolarla per 5 minuti.
Salare, e aggiungere la paprika.
Togliere dal fuoco, incorporare la farina mescolando accuratamente.
Rimettere sul fuoco e unire la passata di pomodoro.
Appena raggiunge il bollore, coprire la carne con il brodo.
Inserire il recipiente nel forno già caldo a 190° e cuocere per 2 ore o anche più.
Servire questo gustoso piatto con polenta gialla o bianca.
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