Vi piacciono i miei pani ?
Ieri siamo tornati tardi e strada facendo ho pensato di prendere la pasta di pane per preparare una pizza o dei calzoni veloci.
E’ andato tutto a monte perche Matteo è rimasto fuori a cena e l’Orso mio ha preferito una zuppa di verdure che avevo pronta dal mattino.
Prima di andare all’asilo mi ha telefonato il mio rubacuori e mi ha detto:
nonna Losetta, fai pane e cioccolata ?
Nonna Losetta fa le prove, scatta le foto, le spedisce e i ragazzi richiamano … il piccolo saltava felice e a modo suo ha detto che a Natale nonna Losetta farà tutte cose buone.
Facili, veloci, ‘bboni e belli da vedere ! (per dirvi che sono ‘bboni … ehmm un cornetto della treccia l’ho assaggiato) (appena se ne accorgono gli Orsi, mi becco una sgridata iiihhhhhhh).
Dietaperennedipendente deve stare molto attenta, c’è il pericolo feste che può mandare a monte tanti sacrifici e sarebbe un vero peccato.
PANI di MARTINO
700 g di pasta di pane
3 noci sgusciate
gocce di cioccolato
1 cucchiaino raso di cacao amaro
1 cucchiaino raso di zucchero
½ bicchiere scarso di latte
1 cucchiaino di miele
Dividere l’impasto a metà.
In una metà inserire le noci spezzettate e impastare molto bene per incorporarle all’impasto.
L’altra metà tirarla con il mattarello sino a formare un rettangolo.
Versare sopra l’impasto il cacao e lo zucchero, con le dita strofinare bene tutta la superficie e aggiungere le gocce di cioccolato.
Delicatamente arrotolare una parte di dolce sino a metà e poi arrotolare l’altra metà sino a congiungersi.
Avvicinare le due punte del lungo salame sino a formare un ferro di cavallo chiuso.
Accavallare due volte le estremità (come da foto).
Appoggiare i due pani su una placca da forno coperta da carta forno
Coprire con un tovagliolo leggero e lasciare lievitare al caldo e al riparo delle correnti per 1 ora circa.
Scaldare il forno a 180°.
Sciogliere il miele nel latte e spennellare i pani poco prima di infornarli per 30 minuti.
Girarli e cuocerli ancora per 10 minuti.
Toglierli dal forno e lasciarli raffreddare su una gratella.
*** Ho trovato l’angolo giusto per la lievitazione. Metto il contenitore sopra alla macchina del caffè accesa, sotto al mobile pensile ho una piccola lampada al neon.
In quell’angolino riparato, si forma un bel calduccio.
Pani cotti, la pagnotta è con le noci, la treccia è con le gocce di cioccolato.
“Mandi, è il saluto friulano che equivale a ciao. Il significato si perde nella notte dei tempi e vorrebbe dire “nelle mani di Dio” ;ma forse è di origine precristiana, con la frase “nelle mani degli dei”. Nella lingua latina mandi vorrebbe dire: “La mano di Dio ti protegga” (“Manus Dei”) o, anche “Conservati a lungo!” (“Mane diu”) ed ancora dal latino “mane-diu” Vai nelle mani di Dio.” “che tu rimanga a lungo (su questa terra) ”. Mandi a dûc
Foto di Stefano Spangaro - Cral Voltois
venerdì 11 dicembre 2009
Moscardini con i piselli
La Ellis mi ha chiesto il pesce con i piselli … e va bene mamma, piselli ieri con gli involtini e piselli oggi con i moscardini … e gli Orsi bofonchiano (è iniziata la saga dei piselli).
E che ci devo fare, sono una brontolona ma poi li accontento tutti.
MOSCARDINI con i PISELLI
1 confezione di moscardini surgelati
piselli surgelati
2 scalogni
1 cucchiaino colmo di triplo concentrato di pomodoro Mutti
1 pizzicone di origano
1 bicchiere di birra
olio ex v oliva
sale e pepe q.b.
Rosolare gli scalogni tagliati a fettine sottili nell’olio.
Sfumare con la birra nella quale è stato sciolto il concentrato.
Appena prende il bollore aggiungere i moscardini scongelati e i piselli.
Cuocere piano per una mezz’oretta, verso fine cottura aggiustare di sale, pepe e unire l’origano.
Servire caldo
E che ci devo fare, sono una brontolona ma poi li accontento tutti.
MOSCARDINI con i PISELLI
1 confezione di moscardini surgelati
piselli surgelati
2 scalogni
1 cucchiaino colmo di triplo concentrato di pomodoro Mutti
1 pizzicone di origano
1 bicchiere di birra
olio ex v oliva
sale e pepe q.b.
Rosolare gli scalogni tagliati a fettine sottili nell’olio.
Sfumare con la birra nella quale è stato sciolto il concentrato.
Appena prende il bollore aggiungere i moscardini scongelati e i piselli.
Cuocere piano per una mezz’oretta, verso fine cottura aggiustare di sale, pepe e unire l’origano.
Servire caldo
Involtini ai piselli
Veloci saporiti e sempre graditi.
INVOLTINI ai PISELLI
6 bistecchine do lonza di maiale
6 fette grandi di speck
Piselli surgelati (purtroppo non ho pesato)
1 cipolla bianca
1 pezzo di sedano
1 cucchiaino colmo di triplo concentrato di pomodoro
½ bicchiere di birra
brodo vegetale
olio q.b.
1 noce di burro
sale q.b.
Battere leggermente le bistecchine, appoggiare sopra una fetta di speck, arrotolarle e saldarte con uno stecchino.
Rosolare in un tegame la cipolla affettata fine con l’olio, il burro e il sedano tagliato a rondelline.
Sfumare con la birra, unire gli involtino e dargli una leggera rosolatura.
Aggiungere 1 bicchiere di brodo vegetale nel quale è stato sciolto il concentrato di pomodoro.
Cuocere piano finchè il sughetto si è rappreso.
Verso fine cottura aggiustare di sale, aggiungere i piselli e portare a cottura.
6 bistecchine do lonza di maiale
6 fette grandi di speck
Piselli surgelati (purtroppo non ho pesato)
1 cipolla bianca
1 pezzo di sedano
1 cucchiaino colmo di triplo concentrato di pomodoro
½ bicchiere di birra
brodo vegetale
olio q.b.
1 noce di burro
sale q.b.
Battere leggermente le bistecchine, appoggiare sopra una fetta di speck, arrotolarle e saldarte con uno stecchino.
Rosolare in un tegame la cipolla affettata fine con l’olio, il burro e il sedano tagliato a rondelline.
Sfumare con la birra, unire gli involtino e dargli una leggera rosolatura.
Aggiungere 1 bicchiere di brodo vegetale nel quale è stato sciolto il concentrato di pomodoro.
Cuocere piano finchè il sughetto si è rappreso.
Verso fine cottura aggiustare di sale, aggiungere i piselli e portare a cottura.
lunedì 7 dicembre 2009
Crespelle con ripieno d'arrosto
Le due facce di bronzo si guardavano e ridacchiavano, scrutandomi di sghimbescio …
E io … che cavolata ho combinato oggi ??? … sempre all’erta stò …
Orso piccolo … e sfido io che la nonna vuole che le prepari pranzo e cena, se fai “quasi sempre” le cose buone, lei ci tetta dentro !?! :-)))
…….. “quasi sempre” Cià valà soprassediamo !
CRESPELLE con ripieno d’ARROSTO
per 3 porzioni + il dolce
per la pastella delle crespelle
4 uova
350 g latte
170 g farina
per il ripieno (a occhio):
arrosto avanzato tritato con il robot
prezzemolo
1 spicchio di aglio
3 cucchiai di bechamella per legare
sugo di arrosto (ne faccio sempre in abbondanza, per utilizzarlo in altre preparazioni)
per la bechamella:
burro
farina di riso
latte (ne ho fatto 1 lt e me ne è avanzata)
1 pizzico di sale
formaggio montasio grattugiato
fiocchetti di burro
Sbattere le uova con il latte, aggiungere la farina setacciata, un pizzichino di sale e mescolare con cura.
Lasciare riposare 1 ora.
Intanto tritare la carne con il prezzemolo e l’aglio.
Versare il sugo dell’arrosto in un tegamino, unire l’arrosto tritato e rosolarlo un poco per lasciare insaporire.
Riprendere la pastella e cuocere le crespelle (ho usato una padella per piadine antiaderente e pesante del Ø 22).
Appoggiare un poco di ripieno sulla piadina, piegare in 4 e appoggiarla in una pirofila da forno imburrata.
Finito di appoggiare le crespelle nella teglia, spolverare generosamente con formaggio montasio grattugiato e qualche fiocchetto di burro.
Cuocere nel forno preriscaldato a 180° finchè la superficie è leggermente dorata.
E io … che cavolata ho combinato oggi ??? … sempre all’erta stò …
Orso piccolo … e sfido io che la nonna vuole che le prepari pranzo e cena, se fai “quasi sempre” le cose buone, lei ci tetta dentro !?! :-)))
…….. “quasi sempre” Cià valà soprassediamo !
CRESPELLE con ripieno d’ARROSTO
per 3 porzioni + il dolce
per la pastella delle crespelle
4 uova
350 g latte
170 g farina
per il ripieno (a occhio):
arrosto avanzato tritato con il robot
prezzemolo
1 spicchio di aglio
3 cucchiai di bechamella per legare
sugo di arrosto (ne faccio sempre in abbondanza, per utilizzarlo in altre preparazioni)
per la bechamella:
burro
farina di riso
latte (ne ho fatto 1 lt e me ne è avanzata)
1 pizzico di sale
formaggio montasio grattugiato
fiocchetti di burro
Sbattere le uova con il latte, aggiungere la farina setacciata, un pizzichino di sale e mescolare con cura.
Lasciare riposare 1 ora.
Intanto tritare la carne con il prezzemolo e l’aglio.
Versare il sugo dell’arrosto in un tegamino, unire l’arrosto tritato e rosolarlo un poco per lasciare insaporire.
Riprendere la pastella e cuocere le crespelle (ho usato una padella per piadine antiaderente e pesante del Ø 22).
Appoggiare un poco di ripieno sulla piadina, piegare in 4 e appoggiarla in una pirofila da forno imburrata.
Finito di appoggiare le crespelle nella teglia, spolverare generosamente con formaggio montasio grattugiato e qualche fiocchetto di burro.
Cuocere nel forno preriscaldato a 180° finchè la superficie è leggermente dorata.
Prima di infornare
Pastella per crespelle
nutella (dose a occhio)
2 vasetti di yogurt Vipiteno alla mela
Mescolare la nutella con lo yogurt, mettere un poco di questa crema nelle crespelle e un pochino sopra (dopo averle piegate o arrotolate).
Passarle nel MO per 1 minuto oppure nel forno per qualche minuto, giusto per scaldarle.
Senza volerlo mi è venuta una crespella ricamata, era l'ultima pastella e non mi bastava per farne una completa.
RIPIENO per le CRESPELLE DOLCI
RIPIENO per le CRESPELLE DOLCI
nutella (dose a occhio)
2 vasetti di yogurt Vipiteno alla mela
Mescolare la nutella con lo yogurt, mettere un poco di questa crema nelle crespelle e un pochino sopra (dopo averle piegate o arrotolate).
Passarle nel MO per 1 minuto oppure nel forno per qualche minuto, giusto per scaldarle.
domenica 6 dicembre 2009
Corona dell'avvento
Un tempo ero assidua frequentatrice del sito http://www.cucinait.com/ , poi per ragioni di tempo, per il mio blog, per altri impegni presi, ho dovuto sacrificare alcuni bellissimi passatempi fra cui la frequentazione di questo sito, dove ho incontrato tante bellissime persone.
Ieri sera sono entrata a fare un giretto e il primo post che mi ha colpito, è stato questo sul significato della corona dell’avvento http://www.lacucinaitaliana.it/community/forums/t/21068.aspx e le risposte che sono state date, mi sono piaciute ancora di più.
Grazie Rino, grazie Lucarello, vi ricordo sempre con infinita simpatia.
Ieri sera sono entrata a fare un giretto e il primo post che mi ha colpito, è stato questo sul significato della corona dell’avvento http://www.lacucinaitaliana.it/community/forums/t/21068.aspx e le risposte che sono state date, mi sono piaciute ancora di più.
Grazie Rino, grazie Lucarello, vi ricordo sempre con infinita simpatia.
La realizzazione di questa corona, è stata fatta da Rino D'Amato, era su Facebook.
Rino ha un sito, se desiderate visitarlo ecco le coordinate http://www.gardentalking.it/
CORONA dell'AVVENTO
la Corona di avvento ( che non vedo nella mia foto), le 4 candele sono un segno, di tutta la tradizione cristiana, quindi sia cattolica, che orientale, che della chiesa riformata, per cui ogni candela viene accesa a ogni domenica di avvento.
Nel Nuovo testamento il numero 4, che indica la totalità dei luoghi, unito al numero 3, numero trinitario, può dar luogo a due risultati.
se sommati, il numero è 7, rimandando alla spiritualità ebraica.
se moltiplicato, si raggiunge 12, perfezione assoluta, che è alla base dlela divisione giacobita in Tribù, per pervenire al numero di 12, numero apostolico.
Nell'avvento il nr.4 significa la completezza dell'attesa
http://www.lacucinaitaliana.it/community/members/lucarello---------------------filucar_4000_tin.it.aspx?pdp=122
Eccoti i significati delle candele:prima candela si chiama Candela del Profeta. Ci rammenta che molti secoli prima della nascita del bambino Gesù,uomini saggi chiamati profeti predissero la sua venuta.
Un profeta di nome Michea predisse perfino che Gesù sarebbe Nato a Betlemme! La seconda candela, chiamata Candela di Betlemme , ci ricorda la piccola città in cui nacque il nostro Salvatore. Noi raffiguriamo Maria e Giuseppe mentre stancamente vagano da una locanda all'altra, senza riuscire a trovare un posto dove riposare, finchè alla fine sono condotti al riparo di una stalla. Poi, nella più sacra tra le notti, mentre risposavano nella stalla insieme ai miti animali, il figlio di Maria, il bambino Gesù, nacque! La terza candela è chiamata la Candela dei pastori, poiché furono i pastori ad adorare il bambino Gesù e a diffondere la lieta novella. La quarta candela è la Candela degli Angeli per onorare gli angeli e la meravigliosa novella che portarono agli uomini in quella notte mirabile. Sebbene non possiamo ne vederli né sentirli, sono ancora gli angeli che ci portano il messaggio di Dio con pensieri d'amore e di pace, di gioia e di buona volontà"
D Amato Rino
argomento intrigante quello aperto da Rino. Cmq preciso che ormai una gran parte dell'esegesi, sia cattolica, che delle chiese riformate ( la Chiesa Ortodossa è indietro su queste cose) ritiene ormai appurato che non sia Betlemme la città natale di Gesù.
Penso sia cosa risaputa che i 4 Vangeli ( ma altrettanto si può dire degli apocrifi) vennero compilati perchè c'erano comunità locali che da tempo narravano una serie di fatti relativi a tal Yehuosha Bar Joseph ( al secolo Gesù) che molti aspettavano come il Cristo. E avvicinandosi le età avanzate degli ultimi testimoni viventi, dovettero mettere per iscritto ciò che si tramandavano a voce.
Alcune di queste comunità elaborarono i c.d. Logia, cioè una serie inenarrabili di detti che secondo la tradizione di queste comunità erano riferibili a Yehuosha Bar Joseph.
Perchè betlemme? econdo la profezia di Michea citata da Rino ( ma anche Isaia è forte su questo...leggasi cap.11) e ad altri profeti, il Cristo nascerà dal Virgulto di Jesse, cioè Davide.......ed è bene ricordare che la città di Davide non è Gerusalemme, ma Betlemme. Tant'è che due evangelisti iniziano il loro Vangelo con la c.d. genealogia riprendendo tradizioni storiche dell'Antico Testamento per cui da Abramo si arriva a Yehuosha tramite Davide
per cui ad un certo punto le prime comunità sentirono il dovere di rendere pubblico per i posteri che la città di nascita fosse betlemme.
L'ultima volta che ho calpestato la Terra Santa era il 1993.......e se uno va a Betlemme fuori dai normali giri turistici, la prima cosa che ti dicono le guide francescane è proprio che non vi è dato storico.
Diverso invece, e storicamente provato è che gesù visse ed abitò a Cafarnao e morì a Gerusalemme
http://www.lacucinaitaliana.it/community/members/lucarello---------------------filucar_4000_tin.it.aspx?pdp=122
Nel Nuovo testamento il numero 4, che indica la totalità dei luoghi, unito al numero 3, numero trinitario, può dar luogo a due risultati.
se sommati, il numero è 7, rimandando alla spiritualità ebraica.
se moltiplicato, si raggiunge 12, perfezione assoluta, che è alla base dlela divisione giacobita in Tribù, per pervenire al numero di 12, numero apostolico.
Nell'avvento il nr.4 significa la completezza dell'attesa
http://www.lacucinaitaliana.it/community/members/lucarello---------------------filucar_4000_tin.it.aspx?pdp=122
Eccoti i significati delle candele:prima candela si chiama Candela del Profeta. Ci rammenta che molti secoli prima della nascita del bambino Gesù,uomini saggi chiamati profeti predissero la sua venuta.
Un profeta di nome Michea predisse perfino che Gesù sarebbe Nato a Betlemme! La seconda candela, chiamata Candela di Betlemme , ci ricorda la piccola città in cui nacque il nostro Salvatore. Noi raffiguriamo Maria e Giuseppe mentre stancamente vagano da una locanda all'altra, senza riuscire a trovare un posto dove riposare, finchè alla fine sono condotti al riparo di una stalla. Poi, nella più sacra tra le notti, mentre risposavano nella stalla insieme ai miti animali, il figlio di Maria, il bambino Gesù, nacque! La terza candela è chiamata la Candela dei pastori, poiché furono i pastori ad adorare il bambino Gesù e a diffondere la lieta novella. La quarta candela è la Candela degli Angeli per onorare gli angeli e la meravigliosa novella che portarono agli uomini in quella notte mirabile. Sebbene non possiamo ne vederli né sentirli, sono ancora gli angeli che ci portano il messaggio di Dio con pensieri d'amore e di pace, di gioia e di buona volontà"
D Amato Rino
argomento intrigante quello aperto da Rino. Cmq preciso che ormai una gran parte dell'esegesi, sia cattolica, che delle chiese riformate ( la Chiesa Ortodossa è indietro su queste cose) ritiene ormai appurato che non sia Betlemme la città natale di Gesù.
Penso sia cosa risaputa che i 4 Vangeli ( ma altrettanto si può dire degli apocrifi) vennero compilati perchè c'erano comunità locali che da tempo narravano una serie di fatti relativi a tal Yehuosha Bar Joseph ( al secolo Gesù) che molti aspettavano come il Cristo. E avvicinandosi le età avanzate degli ultimi testimoni viventi, dovettero mettere per iscritto ciò che si tramandavano a voce.
Alcune di queste comunità elaborarono i c.d. Logia, cioè una serie inenarrabili di detti che secondo la tradizione di queste comunità erano riferibili a Yehuosha Bar Joseph.
Perchè betlemme? econdo la profezia di Michea citata da Rino ( ma anche Isaia è forte su questo...leggasi cap.11) e ad altri profeti, il Cristo nascerà dal Virgulto di Jesse, cioè Davide.......ed è bene ricordare che la città di Davide non è Gerusalemme, ma Betlemme. Tant'è che due evangelisti iniziano il loro Vangelo con la c.d. genealogia riprendendo tradizioni storiche dell'Antico Testamento per cui da Abramo si arriva a Yehuosha tramite Davide
per cui ad un certo punto le prime comunità sentirono il dovere di rendere pubblico per i posteri che la città di nascita fosse betlemme.
L'ultima volta che ho calpestato la Terra Santa era il 1993.......e se uno va a Betlemme fuori dai normali giri turistici, la prima cosa che ti dicono le guide francescane è proprio che non vi è dato storico.
Diverso invece, e storicamente provato è che gesù visse ed abitò a Cafarnao e morì a Gerusalemme
http://www.lacucinaitaliana.it/community/members/lucarello---------------------filucar_4000_tin.it.aspx?pdp=122
Brulè della Rosetta
Mamma che freddo !
La mia amica Maria della montagna, mi ha detto che lassù fa un freddo becco.
Il freddo è bello secco e pungente, proprio quello che più gradisco. Qui in Val Padana il freddo è umido, ti penetra nelle ossa e perciò questo freddo non è compatibile con la mia artrosi … bisogna proprio che mi stabilisca lassù.
Va da se che pensando alle mie montagne, ho dato una rispolverata alle mie vecchie ricette e per riscaldarci quando si è in compagnia, ho trovato questa che non è niente male.
Badate però che in montagna questa è considerata roba da femmine, gli uomini hanno bisogno di grappa e rhum :-)))))))))) ………………….
Fate un po’ voi
barbarafalcone.wordpress.com/.../17/vin-brule/ La foto non è mia
BRULÈ della ROSETTA
1 bottiglia di Raboso
½ lt di succo di arance spremute
1 arancia non trattata
30 chiodi di garofano
2 stecche di cannella
1 anice stellato
4 cucchiai di zucchero
Versare in una pentola dai bordi alti, il vino e il succo d’arancia.
Tagliare l’arancia a fette e ogni fetta trapassarla con i chiodi di garofano.
Unirla al vino insieme alle altre spezie ed allo zucchero.
Sobbollire molto piano (senza coperchio) per 20 minuti, abbassare del tutto la fiamma lasciandolo riposare con la fiammella che lo mantiene caldo.
Servirlo filtrato o, chi gradisce, con un pezzetto di arancia.
Si serve in tazze da punch o tipo “mug”.
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