Foto di Stefano Spangaro - Cral Voltois

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Vita genuina di montagna ... Voltois UD

domenica 28 settembre 2008

Rosa canina














Rosa canina
Composta dal fiore, dalle foglie e dalle bacche rosse dette cinorrodi dette anche: stropacui, piciacuj, gratacul, stropa cul,
Questi nomi dialettali derivano dal fatto che la peluria interna della bacca, se ingerita provoca prurito al fondo schiena
La Rosa canina è una delle innumerevoli specie di rose selvatiche comuni nelle nostre campagne, ; si trova facilmente in tutta Europa e forma siepi alte fino a 3-4-metri.
La rosa canina, oltre ad essere un bellissimo fiore per lo più selvatico, è anche una preziosa fonte di vitamina C, superiore a quella contenuta negli agrumi.
Ai frutti (bacche rosse) o cinorrodi si devono le maggiori proprietà. Ricchi di tannini e altro .
Alle bacche di rosa canina si riconoscono notevoli proprietà vitaminizzanti e toniche e soprattutto è noto che esse sono capaci di aumentare la resistenza dell’organismo verso le malattie infettive, grazie all’alto contenuto di vitamina C.
La maggiore concentrazione della vitamina C, si trova nel frutto dopo che ha preso le prime gelate.
Rosa canina deriva dal greco kynorrhodon = Rovo dei cani perché i Greci, che così la chiamavano, ne impiegavano la radice per curare la rabbia.
La curiosa storia-leggenda che ha dato origine all’uso medicinale della radice della rosa selvatica per la cura dei morsi dei cani rabbiosi: “Fino a questi ultimi anni (siamo nel I secolo d. C.) è stato impossibile guarire il morso di un cane rabbioso, che provoca il terrore dell’acqua e di ogni bevanda. Poco tempo fa, la madre di un milite della guardia pretoriana fece un sogno in cui lei mandava al figlio, da prendere in pozione, la radice di una rosa selvatica detta cinorrodo: una rosa che il giorno prima aveva scorto in un cespuglio e da cui si era sentita attratta. Questo fatto avveniva in Lacetania, nella parte della Spagna più vicina a noi; e il caso volle che, quando il soldato morso dal cane cominciava ad aver terrore dei liquidi, arrivò una lettera della madre che lo pregava di ubbidire al segno divino; così, insperatamente fu salvo e altrettanto avvenne in seguito a chiunque fosse ricorso a tale rimedio”. Si fa infine notare che il nome antico cinorrodio è passato ad indicare i rossi frutti delle rose selvatiche che, in autunno-inverno, brillano sui loro rami nudi ormai privi di foglie ed il cui uso in cucina




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