Foto di Stefano Spangaro - Cral Voltois

Foto di Stefano Spangaro - Cral Voltois
Vita genuina di montagna ... Voltois UD

martedì 23 novembre 2010

Campo di calcio dei mondiali 2010


CAMPO di CALCIO dei MONDIALI del 2010
Gigi mio cognato di Ampezzo, è un uomo eccezionale, ha una passione per l’orto incredibile.
Quando semina non vedete un’autostrada presa contromano ma vedete tutto ben allineato per il motivo che usa il righello.
Da tanto tempo, per i mondiali di calcio, costruisce il campo con l’insalata, i giocatori li ha fatti e dipinti lui .
Quando ci sono stati i mondiali di Spagna, ha appeso anche l'elicottero che trasportava il Presidente Pertini.
Vi assicuro che è uno spettacolo vederlo dal vivo, ci sono un po’ di foto ma ne vale la pena guardarle

I bimbi dell'asilo in passeggiata, volevano sempre fermarsi a guardare il campo

Sempre i bimbi dell'asilo

Non solo i bambini, ma anche gli adulti si fermavano a guardare il miracolo della natura

L'insalatina è cresciuta e si vede già il pallone in porta

Ora sono entrati in campo i giocatori
Giocatori al centro campo

sempre giocatori al centro campo

fine dei campionati

Tolti i giocatori

La ruspa spazzatutto

Dove ci sono due foto attaccate, non riesco a fare spazio, in ogni caso quel pallino bianco e nero è Buffon in porta
Termine del reportage

lunedì 22 novembre 2010

Favette triestine

Questi dolcetti si trovano soltanto tra Trieste e Gorizia ed esclusivamente da settembre a fine novembre poiché sono dolci tipici che si preparano per la ricorrenza dei defunti.
Quest’anno ho lavorato mani mani con la mia amica Olimpia di Ampezzo, io ho impastato e lei li ha arrotondati bene, lei ha molta manualità e pazienza … cosa che a me manca spesso :- )))


Storia
Le favette triestine sono dei dolcetti tipici della provincia di Trieste e di Gorizia, hanno origini molto antiche a Trieste e pare proprio dal periodo Austroungarico
La forma è di piccole palline colorate, bianco-crema, rosa pastello e marrone, il loro colore simboleggia i momenti della vita: il bianco la nascita, il rosa la vita e il marrone la morte.
L'impasto delle favette è a base di mandorle bianche pelate e macinate unite allo zucchero, uova, miele, farina di riso e maraschino però ci sono diverse interpretazioni con ingredienti diversi.
Per le favette rosa si aggiunge liquore Sherry, o estratto di rosa, o colorante naturale; per le favette marroni, cacao e rum.

FAVETTE TRIESTINE ricetta

Ingredienti per 600 g. di favette:

250 g. di mandorle pelate
50 g. di pinoli
400 g. di zucchero
*2 albumi*
1 cucchiaino di alcool a 95° bungusto
15 g. di cacao, aroma di rosa, colorante alimentare rosso liquido (volendo Alchermes)

macinare nel mixer o frullatore la frutta secca con un cucchiaio di zucchero e ridurla a farina.
Unire il restante zucchero, gli albumi l’alcool ed impastare fino a rendere il composto omogeneo e “lavorabile”, non troppo asciutto, non troppo molle: (vi consiglio di dosare un po’ alla volta gli albumi, il cacao tende ad asciugare l’impasto, colorante ed aroma lo rendono più morbido.*
Quindi:
nella prima fase aggiungerne 1, dividere il composto in 3 parti, una lasciarla naturale, l’altra rimetterla nel mixer, aggiungere qualche goccia di aroma ed il colorante (poco), fino a raggiungere la colorazione che vedete nella foto.
Alla terza parte aggiungere il cacao e, se risultasse troppo asciutto aggiungere un po’ di albume.
Fare con gli impasti 3 cordoncini del diametro di 2 cm (come per gli gnocchi).
Tagliarli a pezzi di 3 cm. c.ca e formare delle palline.
Disporre le favette sulla teglia da forno rivestita con la carta ed infornare a 170°C per 10 minuti.
Controllate la cottura, non devono scurirsi ma conservare la delicatezza dei colori.

Calandraca o spezzatini marinari di Trieste

Quando ci si fissa, va da sè che manca sempre qualche cosa però il risultato è stato ottimo.
Rigorosamente ci vorrebbero le patate ma in casa non ne ho neppure 1 pezzettino.
Rigorosamente ci vorrebbe il vino bianco, ma non me la sentivo di fare 3 piani più quelli della cantina per prendere il vino, quindi ho messo un pò di aceto che coi fagioli ci sta benissimo.
Ho già beccato Orsino a pucciare un pezzettone di pane ed è uscito dalla cucina con un sorrisone ... poi l'ho visto parlottare con Orso padre e ridacchiavano alle mie spalle.
So già che la cena sarà molto gradita.
Del resto la carne l'avevo già tolta dal freezer ancora stamane



CALANDRACA o spezzatini marinari di Trieste

La calandraca, piatto tipico triestino, è stata “inventata” dai marinai che utilizzavano gli avanzi della carne salata che si portava a bordo come provvista. È in pratica una sorta di gulasch fatto con il lesso. Alcuni sostengono che il nome derivi da “calandra”, un naviglio medievale, altri da “cilindrata” ovvero carne seccata e messa sotto peso.

La calandraca è un piatto tipico della cucina marinara triestina che consiste in uno spezzatino di carne lessa con patate, condito con salsa di pomodoro.
Ha origini molto antiche, veniva preparata dai marinai che usavano principalmente le carni salate di montone o di castrato, uniche provviste non deperibili a bordo di una nave, preventivamente sottoposte agli stessi trattamenti del baccalà; da qui deriverebbe il suo nome, infatti il mangano usato nelle antiche navi da carico greche per ammorbidire la carne di montone induritasi nel tragitto dalla Grecia al Porto di Trieste, in latino si chiamava cialandrum.Oggi la calandraca è un piatto che viene preparato generalmente per "riciclare" il lesso avanzato e la sua ricetta è molto diversa dalla sua antica antenata, poiché pomodori e patate sono disponibili da tempi relativamente recenti.Oltre alla versione originale, esistono delle varianti che prevedono ad esempio l'aggiunta di un bicchiere di vino bianco (calandraca co'l vin) oppure l'omissione completa della conserva di pomodoro (calandraca in bianco).

Ricetta

Ingredienti per 4 persone


640 g vitellone (avevo i bocconcini già tagliati)
( (o manzo o castrato, tagli di terza qualità
8 cucchiai olio ex v di oliva
1 cipolla
1 carota
1 costa di sedano
20 g di farina 00
200 g passata di pomodoro Mutti
acqua 1 bicchiere con mzzo dito di aceto
3 chiodi di garofano
3 scatolette di borlotti Bonduell da 200 g

Sistemate la carne in una pentola, aggiungete 1⁄2 litro di acqua fredda, 1 cucchiaino di sale grosso e fate sobbollire per 1 ora e mezza. Tagliate quindi la carne a pezzi e conservate a parte il brodo.
Tritate le verdure e disponetele in una casseruola capiente con l’olio e fate soffriggere e insaporire per 8 minuti.
Infarinate la carne, versatela nella casseruola, mescolate e dopo circa 10 minuti aggiungete il ( vino bianco purtroppo dovevo farmi tre piani di scale più quelle della cantina e ho rimediato con acqua e aceto che coi fagioli ci sta bene).
Dopo qualche minuto unite la salsa di pomodoro e mescolate.
Versate il brodo conservato sino a coprire la carne.
Insaporite con i chiodi di garofano e un pizzico di pepe e lasciate sobbollire per 1⁄2 ora a recipiente semicoperto.
Sbucciate le patate, tagliatele a cubetti e unitele alla carne insieme al brodo rimasto.
Fate cuocere ancora il tutto per circa 1⁄2 ora sempre a fuoco moderato e servite.
Cottura 180 minuti (dipende dalla carne)

Prima neve di stagione

PRIMA NEVE DI STAGIONE

Quest’anno la neve ha cominciato presto a spruzzare le montagne sino a basse quote.
Ampezzo è solo a 650 mt slm, però ha scombussolato tutti quanti, c’è stata qualche carambola ma senza nulla di grave.
Tornata alla base diluvia, ma quando abbiamo un po’ di sole ???

25 ottobre 10 prima neve di stagione in montagna, sullo sfondo il monte Tinisa mt 2010 slm

Zona Palac

03.11.10 seconda nevicata, qui siamo in paese ed ha appena iniziato a nevicare

Paesaggio lunare fotografato dalla macchina, sullo sfondo il Tinisa - quello rosso è il semaforo sul fiume Degano, stanno facendo lavori.

Temporale d'autunno


Questo albero è stato colpito da un fulmine, durante un temporale di fine settembre.
Scherzi della natura !

Con la neve sembrava lo scivolo di Cip & Ciop


Era già morto povero alberello, e poi ridotto così ....




domenica 21 novembre 2010

Si vede che la stagione del baccalà è iniziata, mi piace tanto il pesce ma non come lo stoccafisso e il baccalà.
Meno male che anche i miei lo mangiano volentieri, altrimenti le sentirei ad ogni piè sospinto.
Di semplice esecuzione e molto gustoso




BACCALÀ SEMPRE BUONO

per 4 persone

600 g baccalà dissalato
5 patate di media grandezza
2 spicchi di aglio (per insaporire, poi si toglie).
origano
olio
sale solo quando cuocciono le patate

Dissalare il baccalà in acqua fredda per 2 giorni, cambiando l’acqua alcune volte.
Mettere in una pentola con abbondante acqua fredda il baccalà e portarlo a ebollizione.
(c’è chi mette l’alloro nell’acqua però secondo me toglie il sapore del pesce)
Lasciare sobbollire per 20 minuti.
Scolare con il mestolo forato e metterlo in un piatto in disparte a raffreddare.
Nella stessa acqua di cottura del pesce, versare le patate sbucciate lavate e tagliate a rondelle o come preferite. (per cuocere le patate, salare l’acqua).
A cottura ultimata, scolare le patate e versarle in una terrina. (conservare l’acqua di cottura).
Disfare a scaglie il baccalà, eliminando le spine e la pelle se non piace.
Aggiungerlo alle patate.
Unire un mestolino di acqua di cottura, condire con olio pepe e origano.
Mescolare e, se necessario aggiungere sale.
Servire accompagnato da una buonissima insalata di stagione.

Crostata di mele e amaretti

E se vi telefonano che fra un’ora arrivano amici ? Bè, sono amici golosissimi e quindi ci vuole qualche cosa di veloce e questa torta è più veloce della luce.
Speravo di assaggiarne una fettina, ma che vuoi, hanno detto che si sacrificavano per il bene della mia linea … e così l’unico pezzetto rimasto se lo sono scofanato in un sol boccone.
Fortuna vuole che avevo già le mele cotte al MO, così ho velocizzato ancora di più l’operazione torta.
Fra l’altro le mele sono di questi amici Angela e Marco … è andato Orso mio ad aiutarli a fare la raccolta di mele e quindi ne ho una bella scorta.



CROSTATA MELE E AMARETTI

500 g pasta frolla congelata Findus
200 g amaretti (1 pacco intero)
6 mele piccole
(no zucchero)

Scongelare leggermente la pasta sfoglia nel fornetto.
Tirarla in mezzo a due fogli di carta forno.
Foderare una teglia da forno in ceramica con uno dei fogli della carta forno carta forno e appoggiare l’impasto.
Togliere le eccedenze di frolla, sagomare la carta forno seguendo la teglia.
Punzecchiare il fondo della frolla e spolverare con una piccola parte degli amaretti tritati al mixer.
Scolare le mele (e conservare il sughetto che sgocciola).
Versarle in una terrina e aggiungere il resto degli amaretti.
Mescolare molto bene e versarli sopra alla frolla spolverata di amaretti.
Con gli avanzi di frolla, formare il coperchio per coprire il tutto.
Rimboccare i bordi della frolla verso l’interno e schiacciare con i rebbi della forchetta.
Sempre con la forchetta bucherellare la superficie. (non avevo tempo di fare ghirigori).
Infornare a forno molto caldo a 220° per 40 minuti circa … vedere la superficie, se è colorata spegnere.