Foto di Stefano Spangaro - Cral Voltois

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Vita genuina di montagna ... Voltois UD

martedì 15 aprile 2008

Sauris e il suo prosciutto



















Prosciutto di Sauris



La tradizionale Sagra del Prosciutto di Sauris, si tiene la prima e la seconda domenica di Luglio










Portatrici carniche








Finestra in fiore








In primavera le case sono agghindate da fiori stupendi











Stavolo di Sauris


Mmmmmmhhhhhh Prosciutto di Sauris, delizioso, genuino e gustoso grazie alla sua particolare affumicatura che è dovuta al tradizionale metodo che, esattamente come faceva Pietro Schneider nel lontano 1862, viene effettuato bruciando legno di faggio dei boschi locali, nei tradizionali caminetti e convogliano il fumo nei locali di affumicatura.L'aria purissima e fresca, la cornice delle montagne e dei boschi, l'ottima qualità degli ingredienti, il microclima particolare, insieme ad altri fattori è alla base del suo inconfondibile sapore, dolce e leggermente affumicato.
Eredi di un'antica tradizione, i produttori di oggi continuano ad utilizzare le tecniche di un tempo e lasciano stagionare per 12/16 mesi i prosciutti prima di affettarli.


Che dire di Sauris ? E’ composta da Lateis, La Maina, Sauris di Sotto e Sauris di sopra ed è il gioiello della Carnia! Sauris è il comune più alto della Regione Friuli Venezia Giulia, mt 1212 mt slm; i primi insediamenti risalgono al XIII secolo, è un delizioso paesino ai confini del mondo, nella verde Carnia, la regione nel Nord Ovest della provincia di Udine costellata di paesaggi smeraldini, da malghe e tanto altro …
Per accedervi si arriva ad Ampezzo e dopo la piazza, al bivio che conduce a Forni di sotto e di sopra, c’è la strada che conduce a Sauris.
L'incomprensibilità del linguaggio è dovuto alla tradizione che ancora oggi a Sauris si parla una lingua diversa dal resto della Carnia, un misto di ladino e tedesco medievale, estremamente affascinante.
E’ solo da pochi anni che è collegata con Casera Razzo (bellunese), altrimenti non c’erano altre vie d’uscita se non camminare o in inverno sciare, per raggiungere altre località. In ogni caso, la strada viene tutt’ora chiusa in inverno, per pericolo di valanghe.
Secondo le leggende popolari, la comunità di Sauris fu fondata da due soldati tedeschi che, stanchi della guerra, fuggirono dal loro paese e si rifugiarono in questa valle isolata ed impervia.
Come ogni leggenda, anche questo racconto ha un fondo di verità: i primi abitanti, infatti, giunsero da qualche valle al confine tra la Carinzia ed il Tirolo attorno alla metà del 1200 e vi rimasero, affascinati dal clima incredibilmente mite per la quota e la latitudine, gli alpeggi abbondanti ed il panorama assolutamente straordinario.
Per più di sette secoli i loro discendenti vissero in isolamento pressoché assoluto (quando fate la famosa strada che risale il torrente Lamiei e pensate a cosa doveva essere percorrere quella valle PRIMA della strada vi renderete conto del perché dell'isolamento) dal resto del mondo: gli unici contatti si avevano quando le donne scendevano a fondovalle, sino ad Ampezzo, per procurarsi i generi alimentari che non potevano ottenere sul posto e scambiare i loro prodotti o c’erano le portatrici carniche che affrontavano una stretta e ripida mulattiera che costeggiava il fiume Lumiei e che, con le loro gerle portavano viveri, medicine ed altro, per un libero scambio con i saurani.
Questo di solito accadeva durante l'autunno e l'inverno, quando non erano impegnati nei lavori agricoli e negli alpeggi: gli uomini formavano una catena umana di spalatori di neve, dandosi il cambio in testa ogni poche ore, per garantire così una buona velocità di avanzamento e mantenere aperto il sentiero, le donne andavano nei paesi a piedi, coi carri o con le slitte, a barattare i propri prodotti.
Il Lago di Sauris, di origine artificiale risale ai primi anni '50 stupisce per il colore azzurro intensissimo delle sue acque… difficile da descrivere.
Nei lunghi inverni, che allora erano rigidi e la neve era molto abbondante, i defunti erano tenuti nelle soffitte e solo con il disgelo e con le stradine praticabili, effettuavano i riti religiosi del caso e venivano finalmente sepolti nel cimitero.


2 commenti:

Rossella Mazzotta ha detto...

Che belli i balconi pieni di fiori!
Ti copio i pizzoccheri, mi piacerebbe farli. Posso?
A presto.

Rosetta ha detto...

Certo Cannelle, l'impasto è come quello originale dell'accademia del pizzocchero, e il sugo è una mia interpretazione che puoi copiare tranquillamente.
Vai tranquilla.