Foto di Stefano Spangaro - Cral Voltois

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Vita genuina di montagna ... Voltois UD

sabato 6 dicembre 2008

Sant'Ambrogio patrono di Milano













SANT'AMBROEUS

Sant’Ambrogio non porta doni, è semplicemente il patrono della città di Milano.
Non ci sono dolci particolari per la sua festività e i milanesi lo ricordano per la fiera degli Obei ! Obei!.
Un tempo le bancarelle erano racchiuse nella piazza circostante la basilica ed era d’obbligo visitare la chiesa e baciare la bacheca del Santo.
In piazza le bancarelle vendevano articoli di poco prezzo, addobbi per l’albero, per il presepe, antiquariato, lavori artigianali e il profumo delle caldarroste e dello zucchero filato non ti abbandonavano mai.
I prezzi erano contenuti e non si tornava mai a casa a mani vuote.

Sono anni che non ci vado più e cioè da quando, insieme agli articoli tradizionali, hanno aggiunto tanta mercanzia che non fa più parte della tradizione .

*** Il giorno di Sant’Ambrogio, si festeggia cucinando in giallo.
E’ noto che “el risott ‘a là milanesa” (risotto alla milanese) è fatto con lo zafferano eee … il giallo zafferano è stato inventato dai milanesi ………….. :-)))
… si narra che


IL RISOTTO ALLA MILANESE: LA LEGGENDA DI ZAFFERANO
Ecco come è nato il piatto tipico meneghino.
La pianta era usata fin dall'antico Egitto ed era simbolo di benessere e prosperità.
Ecco la famosa quanto semplice ricetta del cosiddetto risotto alla milanese, o, come lo chiamano i milanesi, risòtt giald, che deve la sua fortuna a un particolare ingrediente, lo zafferano, una pianta il cui fiore, di un colore che varia dal lilla chiaro al viola purpureo, contiene tre fili rossi, da cui si ricava la caratteristica polvere, usata nell'industria dei liquori, come condimento, ma anche come digestivo e stimolante nervoso.
I paesi dove si coltiva sono la Persia, l'India, la Spagna e la Grecia.
Il nome zafferano deriva dall'arabo zaafaran; i latini, invece, lo conoscevano sotto il nome di crocus, genere di pianta che secondo la mitologia greca ha avuto origine dall'amore di Croco per la ninfa Smilace, a cui si erano opposti gli dei, che trasformarono lei nella pianta del tasso e lui in quella dello zafferano.
Secondo la tradizione romana, invece, Mercurio, dio del commercio, durante una gara di lancio del disco colpì involontariamente il suo amico Croco e, affinché gli uomini non lo dimenticassero, fece tingere del suo sangue il fiore dello zafferano.
La sua diffusione è seguita all'invasione della Spagna da parte degli Arabi (756 d.c.), che cominciarono a commerciarlo con gli altri paesi che si affacciavano sul Mediterraneo.
Essendo ancora una spezie rara e pregiata, leggi molto rigide vietavano l'esportazione dei bulbi di zafferano dalla Spagna, che così ne mantenne il monopolio commerciale, fino a quando, sotto il regno di Filippo II (1527-98), un padre domenicano, tal Santucci, riuscì a sottrarne piccole quantità che portò nella sua terra d'origine, l'Abruzzo.
Già sotto gli Sforza, lo zafferano faceva la sua comparsa negli eleganti banchetti milanesi (dove, tra l'altro, era diffusa l'usanza di ricoprire con una sottile foglia d'oro le vivande servite a tavola), ma la leggenda vuole che, soltanto nell'anno 1574, fu utilizzato in modo del tutto casuale nella preparazione del famoso risotto giallo, detto da allora alla milanese. Secondo un manoscritto che oggi si trova alla biblioteca Trivulziana, infatti, Mastro Valerio di Fiandra, fiammingo di origine, all'epoca lavorava alle vetrate del Duomo di Milano (sue quelle di Sant'Elena), affiancato da un assistente che aveva soprannominato Zafferano, per la sua mania di mescolare un po' di giallo in qualunque tinta usasse.
Per scherzare, un giorno il maestro gli disse che continuando così avrebbe finito per mettere del giallo anche nel risotto.
Zafferano lo prese in parola e il giorno delle nozze della figlia di Valerio, si accordò con il cuoco incaricato del banchetto e fece aggiungere dello zafferano al riso, di solito condito con il solo burro.
La ricetta ebbe successo, grazie non solo al gusto saporito dello zafferano, ma anche al suo colore giallo oro, sinonimo di allegria e quindi adeguato alla circostanza.
In Italia le sole zone dove si produce lo zafferano sono la Sardegna e le terre intorno a L'Aquila; per questo da sempre i milanesi chiamano la famosa polverina zafferano d'aquila, alimentando la falsa credenza che abbia qualcosa a che fare con i rapaci; la convinzione si è talmente radicata che, nei negozi, si è cominciato a pubblicizzarlo con un falchetto impagliato.
La tradizione vuole che lo zafferano, fin dall'antichità, fosse simbolo di ricchezza materiale e spirituale, nonché sinonimo di benessere, abbondanza, gioia e serenità; inoltre, secondo più di una cultura, la sua particolare sfumatura di colore è associata all'immortalità.
La fiera degli Obei ! Obei ! -

che tradotto in italiano sarebbe o belli ! o belli! ... questo era il richiamo dei venditori ambulanti, per attirare l'attenzione.





La bellissima basilica di Sant'Ambrogio

Sant’ambrogio
Fiera degli "O bei! O bei!" in occasione della festa del Patrono S. AMBROGIOLo stesso giorno, il 7 dicembre, si apre la stagione operistica al teatro La SCALA
La festa di Sant'Ambrogio racchiude in sé manifestazioni a carattere religioso, popolare, culturale e rappresenta un evento significativo per Milano.
Ogni anno i milanesi ricordano il loro patrono, recandosi alla Messa, celebrata dall'Arcivescovo, nella basilica dedicata al Santo, seguendo un rituale che è rimasto costante nel tempo.
La città, attraverso i suoi rappresentanti ufficiali e quelli delle categorie economiche e produttive, rende omaggio al Patrono.
A partire dal 1866 nelle vie attorno alla Basilica si tiene la Fiera degli "Oh bei, oh bei", manifestazione popolare particolarmente cara ai milanesi.
La festa ha origini antiche e risale al 1288, periodo in cui essa si svolgeva nei pressi di Santa Maria Maggiore.
La manifestazione ha luogo dal 7 all'8 dicembre ed è famosa per la presenza di numerose bancarelle ricche di colori e profumi, che creano un'atmosfera davvero suggestiva.
Vi si può trovare una grande quantità di giocattoli, dolci tipici , oggetti d'antiquariato ed ogni sorta di cianfrusaglie.
Per i bambini la fiera è come il "paese dei balocchi" ed è l'occasione giusta per farsi viziare da nonni e genitori.... anche in vista del Natale ormai vicino.
Nello stesso giorno il Teatro alla Scala apre la sua stagione operistica.
Ogni anno, in occasione della festa del patrono, centinaia di persone, tra cui personaggi famosi, si recano alla Scala per assistere alla prima rappresentazione della stagione.
Solitamente l'apertura della stagione scaligera è affidata ad un'opera di Verdi, musicista molto amato dai milanesi.

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