Inizia il tempo delle verze, tutti sappiamo che questo ortaggio della grande famiglia dei cavoli fanno bene, e qui vi voglio dare due piccoli consigli che mi ha dato mia nonna e che mi tornano sempre utili.
Per le verze cotte, vanno bene quelle di primo raccolto, sono più amarognole ma basta dargli una sbollentata di alcuni minuti, scolarle e cucinarle a piacere ... diventano più digeribili.
Per le verze mangiate a crudo, tagliate fini con la mandolina, è meglio acquistarle e gustarle più avanti, quando avranno già preso i primi geli; a questo punto la verza è più dolce e si digerisce benissimo cruda.
VERGIA CHIOCA (verza ubriaca)
1 verza
250 gr di speck di Sauris
4 cucchiai d'olio ex vergine
1 cipolla
3 bacche di ginepro schiacciate
2 bicchiere di vino tocai friulano
sale
Togliere le foglie esterne della verza e affettarla a striscioline sottili.
In un tegame con l'olio, rosolare la cipolla e lo speck tritati con le bacche leggermente schiacciate. Unire la verza ben sgocciolata, salare e bagnare con il vino.
Cuocere con il coperchio per 30' a fuoco moderato.
Spolverare con un poco di farina e mescolare in fretta per non formare grumi.
Restringere il sughetto a tegame scoperto e servire caldo.
mmmmhhhhh un buon "muset" (assomiglia al cotechino), non ci starebbe male.
2 commenti:
Adoro la verza... ma non sapevo si potesse rendere la ricetta ancora più invitante, con il vino, grazie!
La verza in genere è un piatto invernale e perciò viene cotta adattandola a cibi più grassi (vedi oca, maiale, anatra).
Il vino ha la tendenza a smorzare o sgrassare un poco il preparato; a volte si sente il sapore delle uve, ma l'alcool evapora tutto in cottura, perciò non fa assolutamente male.
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